Dire “Periodo estivo” equivale a dire “periodo di matrimoni”. Abiti, location, bomboniere, animazione, menù sono i pensieri fissi dei futuri sposi che però, nella corsa al giorno perfetto, hanno una dolce pausa: la scelta della torta nuziale. Millefoglie, creme, decorazioni, tutto dev’essere adatto e speciale, curato e scenografico per il momento del taglio della torta, un momento che conclude il banchetto e contiene tutto il senso della festa, dell’evento, della serata.
E’ il momento in cui gli sposi, bicchieri in mano, emozioni nel cuore e flash dei fotografi, tagliando insieme la prima fetta di torta muovessero il primo passo della loro vita insieme. La simbologia della torta nuziale, tuttavia, è varia ed ha origini antiche. Già i greci, durante il banchetto nuziale, offrivano impasti di miele e farina (plakuntes o pemmata) o di sesamo e miele di cui, la prima fetta, accompagnata da un dattero, veniva offerta alla sposa assieme a un dattero o a una mela cotogna per augurarle fertilità.
Nell’antica Roma, sebbene i dolci fossero in gran parte a base di miele, come per i Greci, la raffinatezza prese il posto della semplicità, infatti nella cena di Trimalcione contenuta nel Satyricon di Petronio, si legge di una torta a forma del dio itifallico Priapo che regge, nel grembo, frutta. Per i matrimoni, comunque, veniva utilizzato un dolce fatto di orzo o miele e frutta che, una volta spezzato dallo sposo, come racconta Lucrezio (poeta e filosofo romano) veniva sbriciolato sul capo della sposa, in segno di deflorazione della vergine e di augurio di fertilità. Le briciole poi venivano mangiate dai commensali secondo il rito della “confarreatio” (mangiare insieme).
Bisogna aspettare l’arrivo degli Arabi per avere i primi dolci con lo zucchero (circa intorno all’anno mille) utilizzato però solo dopo la scoperta delle Americhe. I piani della torta cominciano invece ad apparire nel Medioevo, sotto varie forme: gli inglesi glassavano con il lardo i diversi strati di biscotti e pasticcini creando dei muretti di pane dolce che simboleggiavano la prosperità dei coniugi. Gli sposi, baciandosi sopra il muretto, non dovevano farlo cadere, altrimenti il matrimonio sarebbe stato un cattivo auspicio per il matrimonio .
Questa idea piacque molto a uno chef francese che, nel XVII secolo sostituì al lardo il caramello: nacque dunque il “croquenbouche” che, ancora oggi, si trova sull’ultimo piano delle torte nuziali francesi.
Arriviamo dunque all’età moderna e il nostro viaggio prosegue con la “bride’s pie” ossia, la torta della sposa: una crostata (dolce o salata) al cui interno veniva nascosto un anello di vetro. Secondo la tradizione, sviluppatasi nei paesi anglosassoni intorno al ‘600, la donna che avrebbe trovato nella sua fetta l’anello sarebbe la prossima a sposarsi. Gli altri ospiti non ancora sposati (maschi e femmine) con le briciole poste sotto il cuscino avrebbero visto in sogno il futuro consorte.
Con un balzo di quasi due secoli, entriamo nel periodo moderno, periodo in cui si sviluppa la tradizione della copertura bianca sulla torta nuziale. Il colore bianco, oltre ad essere indicativo della purezza della sposa, significava anche la ricchezza della sua dote, perché lo zucchero raffinato aveva un costo elevato che poteva permettersi solo una famiglia benestante.
Fu infatti la Regina Vittoria (il cui matrimonio si celebrò il 10 febbraio 1840) ad introdurre la tradizione dell’abito bianco da sposa e della royal icing (ghiaccia reale), dal momento che la torta nuziale, di tre metri di diametro e di 140 kg di peso, era completamente bianca. Solo, sulla sommità, erano posizionate le prime cake topper, ossia immagini di Britannia, della regina del principe Alberto (consorte della regina Vittoria) in costume romano, di un cane (a simboleggiare la fedeltà) e due colombi (a simboleggiare l’amore coniugale), un amorino che scrive su un cartiglio la data delle nozze, cupidi e mazzi di fiori e nastri bianchi a decorare la torta. Dall’epoca vittoriana, nacque anche un’altra tradizione ossia la copertura di fondente di zucchero (o glassa, poi diventata pasta di zucchero) per ricoprire le fruit cake e conservarle più a lungo.
Quando, invece, nel 1882 si sposò il principe Leopoldo, venne introdotta la torta a diversi piani, con dei pilastri di sostegno e ghiaccia reale solida, per reggere la struttura.
Ne nacque una moda che giunge fino ai giorni nostri, assieme alla tradizione di taglio congiunto della prima fetta da parte del marito e della moglie come coppia e alla tradizione (ancora in uso in Inghilterra) di conservare un pezzo di torta per la celebrazione del battesimo del primogenito.
In Italia, invece,la tradizione della torta nuziale ci messo tanto a decollare, perché fino al 1950 il banchetto si chiudeva con l’offerta dei dessert. Da metà secolo in poi, invece, forse per via del boom economico o per l’allargamento dei confini anche culturali e l’acquisizione di nuove tradizioni, anche in Italia la torta nuziale è divenuto un simbolo dei festeggiamenti.